Pasta di zucchero, brasilian pelables, black wax… negli ultimi anni il mercato dell’estetica professionale ha assistito al lancio di diverse nuove tipologie di prodotti epilatori, che godono per qualche tempo del loro momento di gloria e poi scompaiono. In questo contesto per l’estetista diventa difficile orientarsi su cosa effettivamente inserire in istituto senza dover sovraccaricare il magazzino e allo stesso tempo riuscendo a soddisfare la voglia di novità della propria clientela. Abbiamo deciso quindi di scrivere questo articolo per cercare di aiutare le nostre clienti (e non solo) a fare un po’ di chiarezza sul tema delle cere epilatorie!
Quando la figura dell’estetista professionista venne riconosciuta in Italia (legge n. 1 del 1990) la più diffusa tipologia di epilazione era quella con cera a caldo: un composto di cere e colofonia (una resina estratta da una particolare specie di pino) che non richiedeva l’uso delle strisce e che raggiungeva il suo punto di fusione a 56° (da qui il nome “a caldo”).
L’alta temperatura necessaria allo scioglimento della cera, da un lato stimola l’apertura del bulbo pilifero facilitando l’epilazione, ma dall’altro rende questo tipo di cera inutilizzabile su tutti i soggetti che presentano fragilità capillare (ovvero la maggioranza delle donne!!).
Ecco perché il lancio della cera liposolubile avvenuta nel corso degli anni ’90 fu un vero punto di svolta per tutto il settore. Formulisticamente, la cera liposolubile rappresenta un’evoluzione della cera a caldo, in quanto prevede la sostituzione della cera con la paraffina. Quest’ultima offre una maggiore fluidità al prodotto e una temperatura di fusione più bassa (intorno ai 40°), quindi il trattamento per la cliente finale è più confortevole e sicuro.
Va sottolineato che la qualità delle cere liposolubili non è tutta uguale: ciò che fa la differenza è la tipologia di colofonia utilizzata, in particolare il suo processo di raffinazione. Più la colofonia è raffinata maggiore sarà la stendibilità del prodotto (c.d. Qualità America), di conseguenza maggiore il numero di trattamenti realizzabili con la stessa quantità di prodotto. Inoltre la migliore stendibilità permette di catturare anche i peli più corti prevenendo il fenomeno della doppia ricrescita
Oggi la formula base colofonia + paraffina viene arricchita con molteplici essenze o attivi, dando origine alle più svariate tipologie di cere liposolubili. Le più diffuse sono titanio, che utilizzando questo elemento come agente schermante, si caratterizza per uno strappo più delicato, e lo zinco, che svolge un’azione lenitiva contestuale all’epilazione.
Durante la crisi dell’ultimo decennio l’impennata delle costo delle materie prime investì anche il settore dell’estetica, con un aumento vertiginoso del costo della colofonia. Per questo motivo le aziende produttrici e distributrici di prodotti per epilazione si trovarono costrette a reagire, rispolverando alcuni evergreen come le cere idrosolubili (la pasta di zucchero ne fu l’esempio emblematico) o investendo in ricerca e sviluppo.
Fu così che nacque la cera brasiliana, ovvero una qualità di cera a metà strada tra la cera a caldo e la cera liposolubile, che negli ultimi anni sta riscontrando un notevole successo. Nella sua formulazione ritroviamo sia la cera microstallina, questa volta arricchita con un copolimero che ne abbassa il punto di fusione e la rende maggiormente elastica, sia la paraffina, che rende il prodotto più fluido. La qualità della cera microcristallina influenza in modo determinante la qualità del prodotto: infatti la cera microcristallina idrogenata rende il prodotto molto più plasmabile e contribuisce ad abbassarne il punto di fusione portandolo a circa 37°.
Tra le cere brasiliane quella che dallo scorso anno sta godendo di maggiore notorietà è senza dubbio la Black Wax, ovvero LA VARIANTE arricchita da un colorante nero, che la rende molto particolare e ha attirato la curiosità dei social. Dietro questo unico nome però si trovano diverse etichette di cera, arricchite a loro volta da diverse essenze o agenti umettanti. Come nel caso delle altre cere brasilIane, la qualità del prodotto viene in realtà determinata dal processo di idrogenazione delle cere microcristalline, caratteristica che, a differenza del processo di raffinazione della colofonia, è riconoscibile dall’INCI.
La temperatura di fusione vicina alla temperatura corporea e la buona plasticità del prodotto, rendono il trattamento di epilazione con la cera brasiliana, molto confortevole e particolarmente adatta alle zone più delicate (viso, inguine o ascelle), anche se l’efficacia sui peli più corti e sottili non è paragonabile alla cera liposolubile, soprattutto se di qualità America.
Menzione a parte merita infine una nuova tipologia di cera brasiliana: la Crystal Wax. Si tratta di una qualità di cera completamente priva di colofonia o dei suoi derivati (come il Glyceril Rosinate), e quindi specifica per il trattamento delle pelli dei soggetti allergici a questo ingrediente, ormai diventato uno dei più comuni allergeni causa delle dermatiti da contatto.