La nostra Silvia Coppola nel 2022 ha avuto la possibilità di intervistare Nennella Santelli, considerata la fondatrice del settore dell’estetica professionale in Italia. Attraverso le sue parole desideriamo mantenere vivo il ricordo di tutto ciò che è stato fatto in passato per affermare la figura dell’Estetista in Italia e trarre ispirazione su cosa c’è ancora da fare in futuro.
Lei è la persona che ha determinato la nascita della figura dell’estetista in Italia e per farlo ha combattuto diverse battaglie: ci vuole raccontare com’è cominciato tutto?
A dire la verità sono diventata estetista per caso. Ero in un negozio con la carrozzina in cui erano adagiati i miei due gemellini, Marco e Luisa Casiraghi. Una signora si mise a conversare con me e poi mi chiese se volevo fare da modella presso la scuola di estetica da lei diretta. Risposi di no, perché i miei bimbi erano ancora piccoli, ma lei mi diede comunque il suo numero di telefono. Qualche tempo dopo la richiamai per dirle di sì. Presso la scuola arrivava la rivista francese “Les Nouvelles Esthétiques” e così decisi di fare anche io l’abbonamento. Leggendo la rivista appresi del Congresso di Estetica a Cannes e decisi di andare.
Lì conobbi Umbert Pierantoni, il creatore della rivista e del Congresso di Estetica Francese. Gli proposi di creare una rubrica di notizie dall’Italia e lui ne fu entusiasta. Poi iniziai ad organizzare il “volo della bellezza” per far partecipare le estetiste italiane al Congresso di Parigi. Infine, dopo avere fatto la scuola per diventare giornalista, dissi a Pierantoni che volevo fare l’edizione italiana di Les Nouvelles Esthétiques e così iniziò la mia avventura: prima con la realizzazione del giornale e poi con l’organizzazione del “Congresso italiano di estetica applicata”.
Cosa ha mantenuto viva la sua determinazione per riuscire ad arrivare alla legge n.1 del 1990?
La mia determinazione è scaturita da un vero complesso di inferiorità nei confronti della Francia, poiché da noi l’estetista non era ancora una figura professionale riconosciuta, ma era definita “affine” al parrucchiere. Con il giornale prima, e con il congresso poi, finalmente venivano messi in luce il valore e tutte le possibili azioni facenti capo a questa importante professione.
Oltre ad avere lottato per il riconoscimento della figura dell’Estetista in Italia, lei si è trovata più volte a doverla difendere: ci vuole raccontare qualche episodio in particolare?
In un’occasione che ricordo bene è successo che sulla stampa nazionale pubblicassero un articolo dal titolo sensazionalistico “Muore dall’estetista”, quando in realtà il fatto era successo presso un centro medico, dove si praticava anche medicina estetica. Mi sono adoperata affinché la verità venisse fuori e sono stata invitata anche in televisione da Bruno Vespa, per chiarire l’accaduto e difendere la professione. Da quel momento in poi, mi sono spesa affinché la figura professionale dell’Estetista venisse conosciuta meglio dal grande pubblico, e grazie all’amicizia con il Dottor Carlo Alberto Bartoletti, sono riuscita a far parlare di estetica numerose volte in televisione, sia all’interno delle trasmissioni di Rosanna Lambertucci, che in una mia trasmissione televisiva diretta insieme al Dr. Bartoletti.
Qual è secondo lei il futuro della figura dell’Estetista nella società odierna?
Secondo me è necessario creare una figura professionale innovativa per rispondere meglio alle esigenze di una società sempre più longeva. L’Estetista infatti non più occuparsi solamente dell’involucro, l’epidermide, ma della bellezza e dell’equilibrio dell’intera struttura corporea, composta dalla colonna vertebrale, dalle fasce muscolari, dalle strategiche articolazioni. L’equilibrio del corpo porta ad una corretta postura e ad un perfetto aplomb del peso corporeo. L’interazione tra postura- cervello- organi sessuali- stati emotivi è strettissima. In epoca moderna, il nostro sistema posturale viene costretto a rivedere il suo compito, dato che passiamo la maggior parte del tempo seduti, chini su noi stessi. La respirazione, il cuore e la postura
sono funzioni strettamente collegate tra di loro, che influenzano il nostro stato di salute. Ad ogni respiro che facciamo influenziamo la funzionalità del cuore. Postura, velocità nel muoversi e nel camminare, sono tra i primi fattori in grado di influenzare la nostra possibilità di vivere a lungo. Molte persone non si rendono conto di possedere una macchina meravigliosa, il proprio corpo, che può essere gestito a pieno solo da chi lo conosce in profondità. Bisogna quindi formare degli specifici “educatori” del benessere e secondo me l’estetista è la figura professionale migliore per farlo, in grado di condurre per mano chi le si affida.
Che messaggio vuole dare alle ragazze che si accingono a diventare delle estetiste oggi?
Non devono fermarsi nella loro formazione, ma devono ampliare le loro conoscenze per riuscire a prendersi cura non solo dell’involucro pelle, ma di tutta l’architettura corporea. Io ho cercato di dare forma a questo concetto ideando la figura del “longevity trainer”, un operatore estetico adeguatamente formato sulle nuove esigenze di una società sempre più longeva, in grado di conoscere e gestire in pieno il benessere di una meravigliosa macchina: il corpo umano.